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suggerimenti per la ricerca 
Per fare in modo che la vostra ricerca all’interno del nostro sito sia più fruttuosa si consiglia di cercare singole parole (ad esempio "centile", "crescita", o il cognome di un nostro esperto tipo "Sartorio", ecc.) o al massimo parole doppie (ad esempio "età ossea", "bassa statura", ecc.).
La ricerca di frasi più complesse come ad esempio "Età ossea anticipata" o "A quale stadio di Tanner compare il menarca" non danno alcun risultato pur essendo gli argomenti contenuti nel sito. In questi casi, per avere una risposta ad un quesito specifico e dettagliato è necessario scrivere la domanda per intero nella sezione "L’esperto risponde", che si trova nella colonna laterale sinistra della homepage del sito.
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TUTTE LE RISPOSTE
Domanda
Mio figlio (15 anni, 161 cm) sembra più basso dei coetanei. Mio marito è alto 190 cm, io 162 cm. La mia tiroidite di Hashimoto può influenzare la sua crescita? (Alessandra, Verona)
Risposta
La statura di suo figlio è circa al 10° centile per l'età ed il sesso, al di sotto del suo bersaglio familiare. Purtroppo non posso essere più preciso non sapendo esattamente la sua data di nascita e quindi la sua età esatta. La tiroidite cronica della mamma non ha influenze sulla crescita del ragazzo, a meno che anche lui non abbia lo stesso problema. Consiglio una valutazione clinica del ragazzo presso un Centro specialistico che si occupa di crescita, ove potranno essere eventualmente consigliati alcuni esami di approfondimento diagnostico.
Esperto
Prof. Alessandro Sartorio
Domanda
Mia figlia, quasi 16 anni, è "alta" 154 cm (io sono quasi 170 cm, la mamma 165 cm). Fino a che età potrà crescere? (Sergio, Pomigliano d'Arco)
Risposta
La statura di sua figlia è al 10° centile, in altre parole ha 90 ragazze della sua età più alte e 10 più basse. Da quanto mi scrive, anche la statura dei due genitori non è molto alta, per cui si potrebbe pensare in prima battuta ad una forma familiare di bassa statura. Per sapere quale è il residuo di crescita occorre sapere con precisione quale è il grado di maturazione puberale della ragazza e vedere il grado di saldatura delle cartilagini di accrescimento mediante una radiografia del polso-mano sinistra per valutazione dell'età ossea.
Esperto
Prof. Alessandro Sartorio
Domanda
I coetanei di mio figlio di nove anni sono così precoci: a volte mi sembra di essere inadeguata come mamma, di non offrirgli abbastanza opportunità. (Daniela, Varese)
Risposta
La tendenza - certamente involontaria - di molti genitori è quella di accelerare la crescita dei propri figli. Attività intellettuali adeguate ad un’età superiore, allenamenti sportivi a ritmo agonistico, giochi che stimolano l’apprendimento della matematica, dell’italiano, del computer, delle lingue straniere. In questa corsa esasperata a “diventare grandi” si dimentica che la natura non impone salti. Ogni passaggio è fondamentale per una crescita armonica: oggi i bambini conoscono molte cose in più rispetto al passato ma non sono più felici o più maturi. Conoscere, infatti, non significa possedere un sapere, farne un uso funzionale alla propria esperienza o al proprio benessere psicofisico. Fin dalla nascita i nostri bambini ricevono un vero e proprio bombardamento di notizie e sollecitazioni, conoscono ma non sanno. L’esercizio del sapere richiede invece rielaborazione, senso critico, discernimento e tutto questo non può prescindere dal tempo. Un “tempo libero”, diverso dal “tempo obbligato” delle attività regolamentate: scuola, sport, insegnamenti vari che pure sono importanti ma che, se sottraggono al bambino lo spazio spontaneo di dialogo con se stesso e con l’altro - lo spazio della fantasia -, diventano dei veleni e non delle possibilità. Stia dunque serena. Il vero sapere non è il possesso enciclopedico di conoscenze o di abilità ma l’appassionarsi, l’approfondire, il conoscersi: diventare uomini non è una gara a chi arriva primo ma richiede gradualità e paziente attesa.
Esperto
Prof.ssa Palmina Trovato
Domanda
Mio figlio (5 anni) presenta comportamenti non adeguati quando in presenza di altri coetanei (fa il pagliaccio). Come intervenire? La pediatra ha consigliato di aspettare il rientro all'asilo. (Mariagrazia, Padova)
Risposta
Il consiglio che le ha dato la pediatra è appropriato, conviene sempre aspettare qualche mese per vedere se alcuni comportamenti (tipici tra l'altro della fase d'età in cui si trova suo figlio) scompaiano spontaneamente. Può quindi monitorare i comportamenti di suo figlio nei primi due mesi di asilo, chiedendo collaborazione anche alle insegnanti. Qualora i comportamenti non diminuissero consiglio di rivolgersi ad uno specialista, possibilmente uno psicoterapeuta dell'età evolutiva che comunque coinvolga tutta la famiglia nel percorso di valutazione.
Esperto
Dr.ssa Manuela Genchi
Domanda
Ho un bambino di quasi 6 anni. E' appassionato di calcio e vorrebbe praticarlo. E' un bimbo sano, ma con poco appetito. Posso accontentarlo o è troppo piccolo? (I., Nerviano)
Risposta
Il suo bambino ha l'età per poter iniziare ad imparare a giocare a calcio. E' un bellissimo gioco di squadra che permetterà  a suo figlio di conoscere nuovi amici. A questa età l'aggregazione fra coetanei è veramente importante. Non le resta che iscriverlo ad una Società di Calcio con sede vicina alla sua residenza, per evitare lunghi spostamenti in macchina e perdite di tempo. Vedrà che le conoscenze di un nuovo ambiente sportivo  contribuiranno alla sua crescita e con il movimento e le prime esercitazioni  migliorerà anche il suo appetito.
Esperto
Franco Cotelli (Chicco)
Domanda
Mia figlia di 10 anni e 7 mesi, 146 cm, in cura per età ossea avanzata, ha avuto il menarca a settembre. E' ancora possibile fare qualcosa? (A., Forlì)
Risposta
La statura attuale di sua figlia è al di sopra del 50° centile, che corrisponde al valore mediano per l'età ed il sesso.
Nel caso specifico della sua bambina la comparsa del menarca e il riferito avanzamento dell'età ossea (di quanti anni?) possono in effetti condizionare il potenziale di crescita residuo.
Ovviamente la valutazione della crescita della bambina deve tener conto anche del bersaglio di crescita familiare (in altre parole, della statura dei genitori e/o di eventuali fratelli e sorelle), per capire se la statura è in linea o meno con quella dei familiari. A fronte di genitori, fratelli, sorelle della bambina di statura medio-alta il "problema" staturale della bambina diventa ovviamente più meritevole di approfondimenti e di sforzi per aiutarla nei prossimi anni.  Per levarsi ogni dubbio, le consiglio un controllo ambulatoriale di sua figlia presso un Centro che si occupa di problemi di crescita e di sviluppo.
Esperto
Prof. Alessandro Sartorio
Domanda
Mio figlio, 12 anni, 141 cm, 33 kg, pratica calcio, ma da 2 anni la crescita è rallentata (10°- 25° centile). E' stato sottoposto ad accertamenti. Io sono alto 182 cm, mia moglie 163 cm. Dobbiamo fare altri esami? (Paolo, Pavia)
Risposta
In effetti la crescita staturo-ponderale attuale di vostro figlio si colloca ai limiti inferiori della norma per l'età ed il sesso (< 10° centile per la statura, circa al 3° centile per il peso). Il recente rallentamento della velocità di crescita staturale (10-25° centile) e i ridotti valori di IGF-I (indicatore della produzione di ormone della crescita) possono essere motivo di ulteriori approfondimenti diagnostici mirati (su indicazione specialistica), tenuto conto anche del buon potenziale di crescita familiare (ben distante dal centile staturale attuale di vostro figlio).
Esperto
Prof. Alessandro Sartorio
Domanda
Ho tre figli. Spesso mi chiedono perché gli adulti mentono e vivono in un modo che non corrisponde a quello che insegnano. Noi adulti non ci facciamo più caso, ma i bambini che stanno crescendo lo notano. Cosa posso dire loro? (L., Milano)
Risposta
Il tema che la sua lettera affronta è quello della coerenza, del dire una cosa e farne un’altra, dell’ipocrisia che - come giustamente nota - i bambini vedono di più degli adulti, i quali ci sono più abituati e in un certo qual modo la tollerano. È un atteggiamento comune a tutti. Perciò vorrei spostare la questione che lei pone dal comportamento contraddittorio al grado di consapevolezza che se ne ha. L’educatore, l’insegnante, il genitore, non dovrebbero tirarsi fuori dai giochi e dire io ne sono immune; gli altri sì ne sono toccati, ma noi no, nella nostra famiglia non facciamo mai così. In questo contesto è giusto stigmatizzare i comportamenti incoerenti, ma è ugualmente pernicioso istruire i propri figli a pensare che nel proprio mondo non è così, che è tutto buono e bello. La verità va sempre cercata. Non è mai il risultato di una semplice equazione numerica. E cercare la verità significa scoprirsi, sentirsi coinvolti in questo processo di svelamento di sé. Educare il figlio a riconoscere le proprie passioni e pulsioni, piuttosto che a negarle, a capire che anche in lui (in noi!) c’è dell’egoismo e della falsità che vanno combattute, questo equivale a fare la verità dentro di sé e solo questo lavoro può renderci tutti più veri.
Esperto
Prof. Lucio Coco
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